.comment-link {margin-left:.6em;}

sabato, aprile 30

 

L'Addio a Ernesto Sabato

Lo scrittore di 99 anni è morto nella sua casa della città di Santos Lugares (provincia di Buenos Aires) ha informato sua moglie Elvira González Fraga; "Firmò sempre i documenti chiedendo per il ritrovamento con vita dei desaparecidos", lo ha ricordato la giornalista Magdalena Ruiz Guiñazú.

L'autore dei romanzi "Il tunnel"(1948), "Sopra eroi e tombe"(1961), e "L'angelo dell'inferno" (1974), è morto circa l'una del mattino presso la sua casa di via Severino Langeri 3135, della città di Santos Lugares, comune di Tres de Febrero, nella periferia nordovest di Buenos Aires.

"Quindici giorni fa ha avuto una bronchite, e alla sua età questo è terribile", ha aggiunto sua moglie in dialogo con Radio Mitre di Buenos Aires.

Elvira González Fraga ha precisato anche che lo scrittore "veniva soffrendo da tre anni ed era penoso vedere questo", e ha aggiunto que nell'ultima settimana la sua bronchite si era aggravata.

Il funerale si terrà dalle ore 16 presso il Club Defensores de Santos Lugares, di via Severino Langeri 3162.

Nato il 24 giugno 1911 nella città di Rojas (provincia di Buenos Aires) da una famiglia di emigrati italiani, è stato romanziere, saggista, fisico e pittore amatoriale. Domani (1 maggio) era prevista una cerimonia in suo onore nella Fiera del Libro di Buenos Aires organizzata dall'Istituto Culturale della Provincia di Buenos Aires per il suo compleanno numero 100.

Oltre alla sua magnifica opera letteraria, Sabato sarà ricordato anche per il suo impegno con i Diritti Umani. Attraverso la sua lunga vita professionale, su richiesta dell'allora presidente Raúl Alfonsín, presiedette tra il 1983 e 1984 la CONADEP (Comitato Nazionale sulla Scomparsa di Persone), la cui indagine, trascritta sul libro "Nunca Más" (Mai più), aprì le porte per il giudizio ai membri della dittatura militare nel 1985.

Articolo di LaNacion.com tradotto e adatto all'italiano da Ulises Rossi
Foto: Ernesto Sabato nel giardino della sua casa il giorno del suo 85mo compleanno (archivio La Nación)

Etichette:


venerdì, aprile 29

 

Agradecimiento de Graciela Laino al Ing. Carmelo Pintabona

BUENOS AIRES - Por medio de una carta, la Presidente del Com.it.es. de Buenos Aires, Cav. Lic. Graciela Laino (foto), agradeció al presidente de FESISUR, Cav. Ing. Carmelo Pintabona, su aporte para la realización del Torneo de Fútbol "Coppa Amicizia Buenos Aires 2011" (Copa Amistad Buenos Aires 2011) realizado entre el 9 y 10 de abril en el Centro Deportivo y Cultural Nº1 de la ciudad de San Fernando, provincia de Buenos Aires.

El evento, que forma parte de las manifestaciones por los 150 años de la Unidad de Italia y del que participaron jóvenes de Buenos Aires y Mar del Plata, contó con la coordinación del Sr. Filadelfio Oddo, presidente de la Comisión Sport e Tempo Libero del Com.it.es. de Buenos Aires, los Sres. Carlos Garilli, Carlos Ettore, y la colaboración de la Dra. Lilliana Brusca.

En un párrafo de la carta dirigida al Ing. Pintabona, la presidente del Com.it.es. Graciela Laino expresó: "...en nombre de la institución que presido y a título personal, agradezco su invaluable contribución económica y el apoyo brindado sin los cuales no hubiese sido posible concretar el evento; como así también manifiesto que el interés demostrado por Ud. es para mí un incentivo para seguir generando nuevas manifestaciones que involucren a toda nuestra colectividad."

Etichette: , ,


lunedì, aprile 25

 

L'USEF Rosario vieta Carmelo Pintabona ai giovani

Carmelo PintabonaROSARIO (Argentina) - E' successo durante l'VIII Convegno Nazionale di Giovani di Origine Siciliana svoltosi tra il 21 e il 23 aprile a Rosario in provincia di Santa Fe, dove l'USEF Rosario (Unione Siciliana Emigrati e Famiglie) ha ordinato ai suoi ragazzi di non assistere alla chiusura dell'evento perché c'era come dissertante il Presidente della FESISUR, Ing. Carmelo Pintabona (foto).

"In questi due giorni di convegno - spiega Pintabona - i ragazzi hanno scambiato idee e progetti futuri e hanno formato anche la Federazione dei Giovani di Origine Siciliana a livello nazionale. Sono andato a chiudere il convegno per ascoltare i giovani e a parlare con loro per trasmettere la mia esperienza come dirigente della collettività siciliana di Argentina. Sento un gran dolore perché questi signori dell'USEF, che si definiscono "democratici" e difensori dei Diritti Umani, taglino ai giovani l'opportunità di ascoltare altre voci che possano pensare diverso. Poi - prosegue Pintabona - dobbiamo sentire a questi personaggi dire che i giovani non si avvicinano alle istituzioni. Mi domando che diritto hanno queste persone per proibire alle nuove generazioni discutere e contrapporre idee con persone che hanno altri concetti? Questo atteggiamento non è da tralasciare e sarà informato alle autorità della Regione Siciliana. Voglio anche richiamare all'On. Angelo Lauricella, chi gode della mia più alta stima come Presidente dell'USEF, perché questi atteggiamenti non si ripetano e metta a conoscenza a questi personaggi che non sono i padroni della verità e delle persone".

"Queste cose - conclude Carmelo Pintabona - mettono in rilievo il vero valore dei dirigenti, ed è un peccato che dentro la collettività siciliana abbiamo ancora in giro questo tipo di persone. Spero che i giovani che hanno assistito al convegno a Rosario sappiano elaborare le proprie opinioni e sapere chi è chi in questa collettività, senza prendere i concetti discriminatori che versano questi personaggi".

-------------------------------------------------------------------------------------------------

La USEF Rosario prohíbe a Carmelo Pintabona a los jóvenes

ROSARIO (Argentina) - La USEF Rosario (Unión Siciliana de Emigrados y Familias) ordenó a sus jóvenes no asistir al cierre del VIII Congreso Nacional de Jóvenes de Origen Siciliano realizado entre los días 21 y 23 de abril debido a la presencia como disertante del Presidente de FESISUR, Ing. Carmelo Pintabona.

"En estos dos días de congreso - explica Pintabona - los chicos intercambiaron ideas, delinearon proyectos futuros y formaron la Federación de Jóvenes de Origen Siciliano a nivel nacional. Fui a cerrar el congreso para escuchar a los jóvenes y a hablar con ellos para transmitirles mi experiencia como dirigente de la colectividad siciliana de Argentina. Siento un gran dolor porque estos señores de la USEF, que se definen ellos mismos como "democráticos" y defensores de los Derechos Humanos, les corten la posibilidad a los jóvenes de escuchar otras voces que puedan pensar diferente. Luego - continúa Pintabona - tenemos que escuchar decir a estos personajes que la juventud no se acerca a las instituciones. Me pregunto ¿qué derecho tienen estas personas para prohibir a las nuevas generaciones el discutir y contrastar ideas con personas que tienen otros conceptos? Este acto de soberbia no lo dejaré pasar por alto y lo estaré informando a las autoridades de la Región Sicilia. Quiero también llamar la atención del honorable Angelo Lauricella, quien goza de la más alta estima de parte mía como presidente de la USEF, para que estos hechos no se repitan y haga saber a estos personajes que no son los dueños de la verdad y de las personas".

"Estos hechos - concluye Carmelo Pintabona - ponen de manifiesto el verdadero valor de los dirigentes, y es una lástima que dentro de nuestra colectividad tengamos todavía este tipo de personas. Espero que los jóvenes que asistieron al Congreso en Rosario sepan diferenciar y elaborar sus propias opiniones y saber quién es quién en esta colectividad, sin dejarse llevar por los conceptos discriminatorios que emiten estos personajes".


lunedì, aprile 18

 

Vi auguriamo una buona Pasqua...

(click sull'immagine per ingrandire)

mercoledì, aprile 13

 

La Sicilia a Buenos Aires: tra le vecchie tradizioni e le nuove realtà

Cinque giorni di cultura, tradizioni ed incontri imprenditoriali per lo sviluppo di una nuova tappa in materia di emigrazione

Si è conclusa con successo la "settimana" di arte, moda e cucina siciliana che tra il 5 e il 9 aprile ha presentato a Buenos Aires varie delle eccellenze culturali e gastronomiche dell’isola mediterranea.

Martedì 5 e mercoledì 6 aprile è stato il turno del corso di cucina “Profumi, sapori e memorie della cucina siciliana” organizzato dalla FESISUR e Mainstreaming Agenda e a cura dello chef siciliano Ciro Princiotta presso il Circolo Italiano di Buenos Aires dove circa 100 persone iscritte al corso hanno potuto imparare ed assaggiare le ricette più tradizionali della cucina siciliana preparate dallo stesso chef e il suo gruppo di cuochi collaboratori.

Il giovedì 7 è stato presentato il film documentario “Garibaldi: eroe romantico e moderno” presso la sede dell’Associazione Nazionale Italiana di Buenos Aires organizzato da FESISUR e CIAPI Priolo con a seguito la conferenza delle Prof.sse Cristina Bazzano e Marina Larossa.

Venerdì 8 ancora presso il Circolo Italiano di Buenos Aires si è presentata la mostra “Arte, moda e cucina di Sicilia: una tradizione che si proietta al mondo” organizzata da FESISUR, Medeurope Export, Mainstreaming Agenda e la collaborazione di Euroform Agrigento, che ha esposto la mostra di abiti antichi della collezione “La vie en Rose” di Palermo e ceramiche dell’azienda CALECA. Tra i presenti, il presidente di FESISUR, Ing. Carmelo Pintabona, il Console Generale d'Italia Dott. Giuseppe Scognamiglio, Salvo Licata di Euroform Agrigento, la Sig.ra Patrizia Di Dio titolare di La vie en Rose, la Dott.ssa. Rosanna Caleca di ceramiche CALECA e i dirigenti della Regione Siciliana Alessandra Russo (Lavoro, Famiglia, Previdenza Sociale ed Emigrazione), Ing. Maria Carmela Di Bartolo e Dott. Lucio Oieni. L’evento si è concluso con la degustazione di piatti tipici siciliani elaborati dai chef Ciro Princiotta, Angelo Cinquemani e Daniel Ibarra. Durante l'evento è stato annuziato l'accordo di cooperazione tra il gruppo di donne imprenditrici argentine (GEMA) rappresentato dalla sua presidente, Sig.ra Delia Flores, e l'Ing. Carmelo Pintabona come vicepresidente della Camera di Commercio Siciliana di Argentina.

Alfio PattiSabato 9 aprile presso la Società Siciliana di Mutuo Soccorso di Buenos Aires si è presentato lo spettacolo “La Sicilia nel Cuore”, una raccolta di musica e poesie popolari siciliane con antologia di brani poetici di Mons. Francesco Pennisi interpretate da Alfio Patti (canto), Antonio Fallica (primo lettore), Giovanna Cantone (secondo lettore), Sebastiano Squadrito (terzo lettore) con la regia di Salvo Tomaselli e Salvo De Luca nell'edizione di video. Lo spettacolo si è svolto alla presenza della delegazione del Comune di Pedara (CT) con a capo il sindaco Anthony Barbagallo e il presidente del consiglio comunale Alfio Cristaudo. “La Sicilia nel Cuore” si è presentato anche la domenica 10 nella città di Córdoba presso la sede dell’Associazione Famiglia Siciliana di Córdoba.

Tutte le attività sono finanziate dalla Regione Siciliana, Assessorato Famiglia Previdenza Sociale Lavoro ed Emigrazione e il sostegno della Camera di Commercio Siciliana di Argentina, Pro.sca, Medeurope Export, Mainstreaming Agenda, Caleca, CIDA per "La vie en rose", CIAPI Palermo, CIAPI Priolo, GEMA (Gruppo Donne Imprenditrici Argentine), Slow Food Buenos Aires, Circolo Italiano di Buenos Aires e Associazione Nazionale Italiana di Buenos Aires.

Più fotografie su www.facebook.com/fesisur

mercoledì, aprile 6

 

Italia y la crisis en Libia

de Agostino Spataro

1.. A medida que pasan los días la vieja historia de la "guerra humanitaria" contra el dictador Kadafi (hasta ayer amigo y socio de los beligerantes) se disuelve como nieve caída sobre las dunas áridas del desierto libio. Las últimas noticias dicen que, frente a un cuadro político y militar más bien incierto, crecen los titubeos y los disensos aún en la opinión pública de los tres países gestores de la guerra (Francia, EEUU y Gran Bretaña), y hasta en las expresiones de sus vértices.

Una importante confirmación de tal situación nos parece la decisión asumida por el gobierno norteamericano de retirar las escuadrillas aéreas de las operaciones en Libia y de explorar la vía de una mediación política.

A pocas semanas del inicio de los bombardeos, la situación sin embargo parece tomar una dirección exactamente contraria a la esperada por Sarkozy y sus socios, o sea, hacia la búsqueda de un cambio político en Libia, concertado entre las partes en conflicto y garantizado por la comunidad internacional. Veremos.

Una lástima que tal evolución no la haya intuido el gobierno italiano que como siempre, equivoca tiempos y propuestas.

El mismo día en que los norteamericanos decidían la vuelta a casa, el Ministro de Relaciones Exteriores italiano Franco Frattini se apresuró en reconocer como "único interlocutor legítimo" al comité de los insurgentes de Cirenaica a los cuales, en lugar de recomendar un esfuerzo por la paz y la concordia nacional, les prometió armas y asistencia militar para dar un nuevo impulso a la masacre.

Una movida digamos, apresurada, irresponsable, que quema y anula hasta la más mínima cautela que el gobierno había manifestado durante la crisis, sobretodo en respuesta a la sospechosa intervención de Francia.

2.. En realidad, Berlusconi esta guerra contra el amigo Kadafi la sufre; y no la quiere tampoco porque sabe perfectamente que el cambio de régimen en Trípoli habría puesto en discusión acuerdos de palabra que son importantes para Italia y para algunos grupos en particular.

A él (o sea a Italia) la gloriosa Tríade le dejó la sola posibilidad de estar de acuerdo, de prestar asistencia militar y de pagar - como estamos viendo en Lampedusa - las consecuencias.

Hablemos claro: a los actores de esta nueva tragedia no les interesan los derechos humanos, las libertades políticas suprimidas, el sufrimiento de los ciudadanos libios o de otros países árabes en estado de ebullición. Pura hipocresía, propaganda para inocentes.

Para resolver la crisis libia (sustancialmente un quiebre en el seno del grupo dominante que realizó el golpe de estado de 1969), la comunidad internacional podía, puede aún, probar la vía por el cambio político respetando los principios democráticos y de la concordia nacional libia.

Italia, toda Italia, mayoría y oposición, debían sostener esta posibilidad propuesta, no por Kadafi, sino por los países importantes como los que se abstuvieron (Alemania, Brasil, Rusia, India y China), también para mejorar la tutela de sus enormes, legítimos intereses amenazados por ciertos objetivos (sustitutivos) que se esconden detrás de la intervención "humanitaria" del Sr. Sarkozy.

Tal vez un buen día se conocerán los verdaderos intereses de la tríada interventista. Pero ya desde el inicio de la revuelta en Cirenaica (la única armada entre las tantas que estallaron en los países árabes, detalle que hace la diferencia) no era difícil intuirlo, especialmente de parte de las personas responsables que tienen los instrumentos y la información para hacerlo.

3.. Por esto, nos sorprenden, no sólo las contradicciones del gobierno de Berlusconi, sino también las posiciones de los que en los vértices de la política y de las instituciones republicanas, no consideran en forma adecuada los intereses primarios de la paz en el Mediterráneo y los de Italia, y estuvieron a favor de la intervención militar de Sarkozy y compañía. Además, aislando y faltando el respeto a la posición responsable, sensata, del gobierno alemán de la democristiana Angela Merkel que rechazó la opción militar y propuso la solución política del conflicto interno a Libia. Como también, el derecho internacional dice que, en caso de conflicto interno, no autoriza a nadie a intervenir militarmente desde el exterior, tampoco en favor de una de las partes. Por décadas fueron los contingentes de cascos azules bajo el comando de la ONU a interponerse entre las partes en conflicto para pacificar, no para instigar a una parte contra la otra.

En los últimos años algunos países, en primer lugar los Estados Unidos, aprovechando la crisis (provocada) de la ONU, tomaron la mala costumbre de intervenir en algunos países, sobretodo de tradición islámica (desde Afganistán a Irak, desde Somalía a Libia), en contraste con el derecho internacional y con resultados verdaderamente catastróficos. Comprendido el hecho de hacer crecer y expandir el terrorismo en lugar de combatirlo.

4.. Tales intervenciones son un abuso evidente que, si no son sancionadas, se corre el riesgo de crear precedentes peligrosos para todos los países con problemas de unidad interna. Y la lista de estos países es muy larga, comenzando por algunos europeos como Francia, Gran Bretaña, España, Polonia, Hungría, Serbia y los otros Estados balcánicos, Grecia, Macedonia y también Italia, donde a los viejos separatismos "dormidos" se agregó el más inquietante de el partido de la Liga del Norte en el gobierno. Muy larga es también la lista de países dominados por regímenes dictatoriales tiránicos que, sin embargo, nadie los molesta. Se debe poner atención a no jugar con el fuego ya que el incendio podría resultar incontrolable. Por este motivo estas dignísimas personas deberían aclarar a la opinión pública italiana las verdaderas razones de su simpatía por la intervención militar que todavía no son claras. De otro modo, se creerá en la idea que todo se realiza en función del antiberlusconismo que, por lo expresado, no puede llegar a tomar decisiones tan delicadas en materia de política extranjera. Especialmente cuando está en juego - como en el caso libio - el equilibrio de paz en el Mediterráneo y los intereses fundamentales, en ciertos aspectos vitales, de Italia.

Antes o después, Berlusconi pasará. Como pasarán sus adversarios que hoy inundan, sin grandes resultados, la escena política italiana. Quedarán en cambio, Italia con sus problemas y sus esperanzas, con su patrimonio de relaciones políticas, económicas, culturales e internacionales construido, con todos los países del área mediterránea, con el objetivo de la convivencia pacífica y de la colaboración recíproca.

5.. Sabemos que en el mundo Italia cuenta poco, y hoy día con el actual gobierno menos. Sin embargo en el Mediterráneo llegó a jugar un rol a veces con resultados brillantes. ¡Atentos con debilitar ese rol por recelo contra esto o aquello, o a arriesgarlo para confirmar o buscar viejas o nuevas posiciones dominantes! El riesgo sería un debilitamiento de la autonomía nacional y la desestabilización del Mediterráneo y de Oriente Medio con consecuencias incalculables.

Un análisis premonitorio se puede obtener de estos pocos días de "intervención humanitaria" que, además del efecto devastador sobre la población local, está provocando consecuencias insoportables para Italia: desde la inseguridad de los suministros energéticos al éxodo migratorio que llega a Lampedusa y se esparce por el resto del país. Y esto es sólo el comienzo.

Prácticamente, Italia sola debe embarcarse en una emergencia colosal y dramática (con el gasto que conlleva) provocada y/o acelerada por los bombardeos del Sr. Sarkozy, que como respuesta, cerró las fronteras a los inmigrantes que desembarcan en Italia pero que desean ir a Francia. De cara a la solidaridad humana, europea, atlántica y demás hipocresías.

Agostino Spataro
5 de abril de 2011


Artículos relacionados:

Petrolio e dittature”; “Libia, una nuova guerra “umanitaria?”; “La Sicilia e le rivolte arabe” in: www.infomedi.it

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

L’Italia e la crisi libica

di Agostino Spataro

1.. Più i giorni passano più la storiella della “guerra umanitaria” contro il dittatore Gheddafi (fino a ieri amico e socio in affari dei belligeranti) si scioglie come neve caduta sulle aride dune dei deserti libici.

Le ultime notizie dicono che, a fronte di un quadro politico e militare a dir poco incerto, crescono le titubanze, i dissensi anche nell’opinione pubblica dei tre Paesi guerrafondai (Francia, USA, e GB), perfino nelle loro espressioni di vertice.

Una importante conferma di tale disagio ci sembra la decisione assunta dall’amministrazione Usa di ritirare le squadriglie aeree dalle operazioni in Libia e di esplorare la via di una mediazione politica.

A poche settimane dall’inizio dei bombardamenti aerei, la situazione, dunque, sembra evolvere in una direzione esattamente contraria a quella sperata da Sarkoszy e soci, ossia verso la ricerca di un cambiamento politico in Libia, concertato fra le parti in conflitto e garantito dalla comunità internazionale. Vedremo.

Peccato, però, che tale evoluzione non l’abbia intuita, colta il governo italiano che, come il solito, sbaglia tempi e proposte.

Nello stesso giorno in cui gli americani decidevano il ritorno a casa, il ministro degli esteri Frattini si è precipitato a riconoscere come “unico interlocutore legittimo” il comitato degli insorti della Cirenaica al quale, invece di raccomandare uno sforzo di pace e di concordia nazionale, ha promesso armi ed assistenza militare per dare nuovo impulso alla carneficina.

Una mossa a dir poco avventata, irresponsabile che brucia ed annulla le pur minime cautele che il governo aveva manifestato nel corso della crisi, soprattutto in risposta al sospetto interventismo della Francia.

2.. In realtà, Berlusconi questa guerra contro l’amico Gheddafi l’ha subita; non l’ha voluta anche perché sapeva perfettamente che il cambio di regime a Tripoli avrebbe messo in discussione accordi chiacchierati ma importanti per l’Italia e per alcuni gruppi in particolare.

A lui (ovvero all’Italia) la gloriosa Triade ha lasciato la sola possibilità di accodarsi, di fornire assistenza militare e di pagarne- come stiamo vedendo a Lampedusa- le conseguenze.

Parliamoci chiaro: agli attori di questa nuova tragedia non interessano i diritti umani, le condizioni politiche illiberali, le sofferenze dei cittadini libici o di altri Paesi arabi in subbuglio.

Pura ipocrisia, propaganda per spiriti semplici.

Per risolvere la crisi libica (sostanzialmente una spaccatura in seno al gruppo dominante che aveva fatto il colpo di stato del 1969), la comunità internazionale poteva, può ancora, tentare la via per il cambiamento politico nel rispetto dei principi democratici e della concordia nazionale libica.

L’Italia, tutta l’Italia, di maggioranza e d’opposizione, doveva sostenere questo tentativo proposto non da Gheddafi ma da Paesi importanti come i cinque astenuti (Germania, Brasile, Russia, India e Cina), anche per meglio tutelare i suoi enormi, legittimi interessi minacciati da certe mire (sostitutive) che si nascondono dietro l’intervento “umanitario” del signor Sarkoszy.

Forse, un bel dì si conosceranno i veri interessi della triade interventista. Ma già all’inizio della rivolta in Cirenaica (l’unica armata fra le tante scoppiate nei paesi arabi, particolare che fa la differenza) non era difficile intuirli specie da parte delle persone responsabili che hanno gli strumenti e le informazioni per farlo.

3.. Perciò, meravigliano, non solo le contraddizioni del governo Berlusconi, ma anche le posizioni di quanti, ai vertici della politica e delle istituzioni repubblicane, non considerando adeguatamente gli interressi primari della pace nel Mediterraneo e quelli nazionali dell’Italia, hanno tifato per l’intervento militare di Sarkoszy e compagnia briscola.

Per altro, isolando e dileggiando la posizione responsabile, sensata del governo tedesco della democristiana Angela Merkel che ha rifiutato l’opzione militare e proposto la soluzione politica del conflitto interno alla Libia.

Come, del resto, vuole il diritto internazionale che, in caso di conflitto interno, non autorizza nessuno ad intervenire militarmente dall’esterno, per altro a favore di una parte contro l’altra.

Per decenni sono stati i contingenti di “caschi blu” sotto comando ONU ad interporsi fra le parti in conflitto per rappacificarle non per aizzarle.

Negli ultimi anni, alcuni Paesi, in primis gli Usa, profittando della crisi (provocata) dell’Onu, hanno preso la brutta abitudine d’intervenire in alcuni Paesi, soprattutto di tradizione islamica (dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Somalia alla Libia), in contrasto col diritto internazionale e con esiti davvero catastrofici. Compreso quello di far crescere ed espandere il terrorismo, invece di combatterlo.

4.. Interventi siffatti sono un abuso evidente che, se non sanzionato, rischia di creare precedenti pericolosi per tutti i Paesi che hanno problemi di unità interna.

E la lista di questi Paesi è molto lunga. A cominciare da alcuni europei quali: la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna, la Polonia, l’Ungheria, la Serbia e gli altri Sati balcanici, la Grecia, la Macedonia e anche l’Italia dove, ai vecchi separatismi “in sonno”, si è aggiunto quello più inquietante del partito leghista al governo.

Così come molto lunga è lista dei Paesi dominati da regimi dittatoriali, tirannici che, però, nessuno disturba.

Attenti a non scherzare col fuoco, poiché l’incendio potrebbe risultare incontrollabile.

Perciò, queste degnissime persone dovrebbero chiarire all’opinione pubblica italiana le vere ragioni del loro tifo pro-intervento militare che ancora chiare non sono.

Altrimenti, si accrediterà l’idea che tutto si fa in funzione dell’antiberlusconismo che, per quanto giustificato, non può giungere a motivare scelte così delicate di politica estera.

Specie quando in ballo ci sono- come nel caso libico- gli equilibri di pace nel Mediterraneo e gli interessi fondamentali, per certi aspetti vitali, dell’Italia.

Prima o poi, Berlusconi passerà. Come passeranno i suoi avversari che oggi affollano, senza gran costrutto, la scena politica italiana.

Resteranno, invece, l’Italia con i suoi problemi e le sue speranze, col suo patrimonio di relazioni politiche, economiche e culturali internazionali costruito, con tutti paesi dell’area mediterranea, nel segno della convivenza pacifica e della collaborazione reciprocamente vantaggiosa.

5 .. Sappiamo che nel mondo l’Italia conta poco, ancor meno oggi con l’attuale governo. Tuttavia, nel Mediterraneo un ruolo è riuscita a svolgerlo, talvolta con esiti brillanti.

Guai a indebolirlo per ripicca contro questo o quello o a giocarselo per confermare o ricercare vecchie e nuove subalternità!

Il rischio sarebbe un infiacchimento dell’autonomia nazionale e la destabilizzazione del Mediterraneo e del Medio Oriente con conseguenze incalcolabili.

Un saggio premonitore si può ricavare da questi pochi giorni d’intervento “umanitario” che, oltre agli effetti micidiali sulle popolazioni locali, sta provocando conseguenze insopportabili per l’Italia: dall’insicurezza dei rifornimenti energetici all’esodo migratorio che approda a Lampedusa e si dirama nel resto del Paese. E siamo solo agli inizi!

Praticamente, l’Italia da sola deve sobbarcarsi un’emergenza colossale e drammatica (e relativa spesa) provocata e/o comunque accelerata dai bombardamenti del signor Sarkoszy, il quale, per tutta risposta, ha chiuso le frontiere agli immigrati che sbarcano in Italia ma desiderano andare in Francia. Alla faccia della solidarietà umana, europea, atlantica e di altre solidali ipocrisie!

Agostino Spataro

5 aprile 2011

Articoli correlati:

Petrolio e dittature”; “Libia, una nuova guerra “umanitaria?”; “La Sicilia e le rivolte arabe” in: www.infomedi.it

Etichette: ,


lunedì, aprile 4

 

Arte, moda y cocina de Sicilia en Buenos Aires

Del 5 al 9 de abril de 2011 se llevarán a cabo las jornadas de "Arte, Moda y Cocina Siciliana", organizadas por FESISUR – Federación de Entidades Sicilianas de Buenos Aires y Sur de la República Argentina.

cannoliLos días martes 5 y miércoles 6 de abril se dictará el curso de cocina "Perfumes, sabores y memorias de la cocina siciliana" a cargo del chef Ciro Princiotta, reconocido docente y especialista en agroturismo de la ciudad de Palermo, capital de Sicilia.

Las clases serán gratuitas y con inscripción libre – previa reserva – al 4963-0720 y tendrán lugar en el Circolo Italiano di Buenos Aires, Libertad 1264, de 9.30 a 12.30 hs.

GaribaldiEl jueves 7 de abril a las 19.30 hs, en la sede de la Asociación Nazionale Italiana - calle Adolfo Alsina 1465 - se presentará el film documental "Garibaldi, héroe romántico y moderno" y la conferencia del Dr. Giuseppe Astuto, Docente de Historia de la Universidad de Catania. Entrada Libre y Gratuita.




La vie en roseEl viernes 8 de abril a las 19 hs, el Circolo Italiano será nuevamente el espacio donde se presentará una muestra de trajes antiguos de la colección "La vie en rose" de Palermo y una exposición de cerámicas de la empresa Caleca .
CALECATambién se realizará la conferencia "Arte, Moda y Cocina de Sicilia: una tradición que se proyecta al mundo" con la participación de los directores de las empresas sicilianas de indumentaria CIDA, de cerámica CALECA y de dirigentes de organismos de la Región. El objetivo de la misma será dar a conocer la actual internacionalización de los productos de Sicilia. Esta actividad es exclusivamente por invitación.

Alfio PattiEl sábado 9 a las 19.00 hs en la Asociación Siciliana de Socorros Mutuos de Mataderos, calle Zelada 6054, se ofrecerá "La Sicilia nel cuore", espectáculo de música popular y poesía, con la presencia del poeta-cantastorie siciliano Alfio Patti que incluye escritos de Mons. Pennisi, Obispo de Ragusa. Entrada Libre y Gratuita.


El curso de Cocina es libre y gratuito pero con previa reserva por capacidad limitada.

Informes e inscripción: 4963-0720

Todas las actividades se realizan con el financiamiento de la Región Sicilia, Assessorato Famiglia, Previdenza Sociale, Lavoro ed Emigrazione, y con el apoyo de la Cámara de Comercio Siciliana en Argentina, Pros.ca, Med Europexport, Mainstreaming Agenda, Caleca, C.I.D.A para “La vie en rose”, Ciapi Palermo y Ciapi Priolo, GEMA, Slow Food Buenos Aires y Circolo Italiano di Buenos Aires.

Prensa: Lucía Capozzo & Asoc. Tel: 4966-2649 // capozzolucia@arnet.com.ar
Contacto: Juan P. Fullana: 4963-0720/ 15-6731-9675 -capozzoyasoc@fibertel.com.ar
Más información en www.fesisur.com.ar

sabato, aprile 2

 

Italia-Argentina: Frattini, dodici accordi per il rilancio dei rapporti

Nei rapporti tra Italia e Argentina si sta aprendo una nuova stagione. Lo ha sottolineato il Ministro Franco Frattini, in missione a Buenos Aires, dove insieme al collega Hector Timerman ha firmato dodici accordi nell'ambito della commissione economica mista.

"Abbiamo raggiunto risultati importanti, sono stati lavori di successo", ha sottolineato Frattini, ricordando alcuni dei settori degli accordi sottoscritti, fra i quali la ricerca scientifica, la tecnologia, i diversi aspetti dello sviluppo dell'economia.

Nel ricordare che la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner sarà a Roma per le celebrazioni del 2 giugno, insieme ad un'ampia rappresentanza di imprenditori di Buenos Aires, Frattini ha inoltre segnalato quale area di lavoro tra i due Paesi "la partecipazione comune al G20, una visione condivisa sulla governance globale, la riforma dell'Onu".

"Da sempre abbiamo una visione comune per una governance più aperta e più rappresentativa", ha concluso il Ministro, sottolineando d'altra parte l'importanza della forte "presenza delle imprese" e dello spazio dato alla cultura, in particolare dopo l'inaugurazione il 31 marzo in un museo di Buenos Aires dell'esposizione del Doriforo, la scultura di Policleto portata fuori da Napoli per la prima volta dalla sua scoperta nel 1797 a Pompei.

Ministero degli Affari Esteri - Foto: Antonio Scattolon
-------------------------------------------------------------------------------------
Frattini, doce acuerdos para el relanzamiento de las relaciones entre Italia y Argentina

En las relaciones entre Italia y Argentina se está abriendo una nueva etapa. Lo ha subrayado el Ministro Franco Frattini, de visita oficial en Buenos Aires, donde junto a su colega Héctor Timerman firmó doce acuerdos en el marco de la comisión económica mixta.

"Logramos resultados importantes, fueron trabajos exitosos", afirmó Frattini, recordando algunos de los sectores de los acuerdos suscriptos entre los que se encuentran la investigación científica, la tecnología y diversos aspectos del desarrollo económico.

Recordando que la presidente argentina Cristina Fernández estará presente en Roma para las celebraciones del 2 de junio, junto a una amplia delegación de empresarios de Buenos Aires, Frattini señaló además como área de trabajo entre ambos países "la participación común en el G20, una visión común sobre la gobernanza a nivel mundial y la reforma de la ONU".

"Desde siempre tuvimos una visión común para un sistema de gobierno más abierta y más representativa", concluyó el Ministro, subrayando por otra parte la importancia de la fuerte "presencia de las empresas" y del espacio cedido a la cultura, en particular luego de la inauguración el 31 de marzo en un museo de Buenos Aires de la exposición Doriforo, la escultura de Policleto expuesta fuera de Nápoles por primera vez desde su descubrimiento en 1797 en Pompeya.

Ministero degli Affari Esteri - Foto: Antonio Scattolon

Etichette: , , ,


This page is powered by Blogger. Isn't yours?